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Manlio Rossi-Doria apparteneva "all'ultima generazione" di uomini che aveva "conosciuto e amato don Giustino". E probabilmente risale agli anni del carcere e del confino il proposito di mettere mano a un'antologia degli scritti di Fortunato. L'intendimento - di persistente attualità -era quello "di far conoscere alle nuove generazioni una delle coscienze più alte e moderne che l'Italia abbia avuto dopo l'Unità". nella selezione di scritti che ne elaborò, la figura di Fortunato, "ribelle a tutte le chiese", "liberale in politica e liberista in economia", ne esce con forza a tutto tondo. La sequenza dei brani selezionati si incentra su due punti focali: le vie da battere per il riscatto del mezzogiorno e la difficile costruzione dello stato italiano. All'edizione originale si aggiunge la relazione di Rossi-Doria per il cinquantesimo anniversario della morte di Fortunato.